Medici e semplici volontari impegnati per sconfiggere la tubercolosi Il progetto del presidente Riccardi, la collaborazione con Pediatria
Il Mattino di Padova del 25 agosto 2013
Articolo di Madina Fabretto
Un impegno che riempie la vita, che appassiona ed entusiasma. L’obiettivo principale dell’associazione Ahead è quello di diffondere la conoscenza in campo sanitario nei paesi in via di sviluppo. I volontari, molti dei quali padovani, sono medici o svolgono professioni in ambito sanitario, come tecnici di laboratorio o microbiologi. Attualmente, il nemico principale di questa Onlus, nata a Roma alla fine del 2008, è la tubercolosi.
Un paese povero.
In Guinea Bissau, uno dei Paesi più poveri del mondo, ogni anno questa malattia colpisce una media di tremila persone e miete circa 400 vittime. Per questo, Ahead (Aid, Health and Development) è impegnata nel sostegno dell’ospedale Raoul Follerau, specializzato nella cura degli ammalati di tubercolosi. Nell’ambito di questo impegno, l’associazione ha attivato numerose collaborazioni, una delle quali con la clinica pediatrica di Padova per un’indagine epidemiologica su una malattia congenita del sangue, la drepanocitosi.
Gestione e salari.
«Il gruppo iniziale ha cominciato a lavorare all’ospedale Raoul Follerau, rimasto completamente senza aiuti”, spiega Fabio Riccardi, presidente dell’associazione, medico lui stesso, docente di Igiene ed Epidemiologia all’Università di Roma Tor Vergata ma spesso a Padova per incontrare il gruppo di volontari dell’associaizone. «La gestione della struttura, di proprietà governativa, ci è stata affidata dal ministero della salute, con la firma di un protocollo d’intesa. Il governo paga i salari del personale e fornisce l’energia elettrica. Al resto pesiamo noi. Curiamo soprattutto l’alimentazione dei pazienti. Si tratta di un aspetto particolarmente importante, perché il malato di tubercolosi ha bisogno di mangiare in modo corretto e completo». La passione di Riccardi, che intercettiamo a Padova tra un impegno di lavoro e l’altro, è evidente e contagiosa.
Servizi gratuiti.
«Tutti i servizi forniti dall’ospedale sono gratuiti e questo è fondamentale, perché spinge la popolazione, poverissima, a farsi curare senza aspettare troppo». Lo stadio in cui viene affrontata la malattia è infatti fondamentale per la guarigione. E da quando l’ospedale funziona, la mortalità è calata di circa un terzo. La struttura ospita una media di 800 pazienti l’anno, ma dal laboratorio ne passano circa 4mila. Il personale ospedaliero è guineano: in tutto una novantina di persone, tra cui sei medici e 24 infermieri. I volontari ci vanno periodicamente, soprattutto per curare l’aspetto formativo e progettuale. L’aspetto clinico è seguito dalla dottoressa Raffaella Colombatti, del dipartimento di Pediatria dell’Università di Padova. Per l’aspetto amministrativo, è stato impostato un sistema di gare. «Volevamo mantenere bassi i costi ed elevata la qualità dei servizi», prosegue Riccardi. «Per mantenerci su quella che chiamo la linea di galleggiamento, ci servono 20mila euro al mese. E’ un progetto sostenibile dal punto di vista economico e culturale». La tubercolosi si cura infatti con gli antibiotici, ma i pazienti arrivano all’ospedale afflitti dalle patologie più diverse. Prima fra tutte, quella che non è una malattia, ma sta alla base di tutte le altre: la denutrizione. Per maggiori informazioni sull’attività dell’associazione o per i contributi, si può consultare il sito http://www.ahead-onlus.org.
D.C. n.61_concessione patrocinio_ ass AHEAD_guinea bissau
mattino di padova_25.8.2013_l’Ahead in Guinea Bissau