Ammontano a un miliardo e 184 milioni le risorse assegnate al settore primario in Veneto dal Piano di sviluppo rurale dal 2014 al 2020. Lo strumento di programmazione, presentato dall’assessore all’agricoltura Franco Manzato alla commissione Agricoltura presieduta da Davide Bendinelli dovrà essere approvato nella prossima seduta di luglio del Consiglio veneto, per essere inviato entro il termine del 22 luglio a Bruxelles per l’approvazione definitiva. Il nuovo piano mette in sinergia i 510 milioni assegnati al Veneto dal Fondo agricolo dell’Unione europea per lo sviluppo rurale, i 471 milioni cofinanziati dallo Stato e i 202 milioni della Regione Veneto: un cospicuo pacchetto di risorse pubbliche, quindi, ben 140 milioni di euro in più rispetto alla precedente programmazione 2007-2013, che andranno a finanziare azioni e programmi di qualificazione e innovazione del settore primario e dell’ambiente. Il piano stabilisce infatti obiettivi e strategie di investimento, individuando una ‘rosa’ di 44 misure: un terzo delle risorse (pari a 385,5 milioni nei sette anni) sarà destinato a migliorare la redditività delle imprese agricole, altri 416 milioni andranno a interventi di sostegno per l’agricoltura di montagna, 360 milioni sono riservati ad obiettivi agroclimatico ambientali, 132 milioni alla competitività delle filiere agroalimentari, 100 milioni per la nuova imprenditorialità giovanile e 64,2 milioni di euro per iniziative di sviluppo di due aree ‘fragili’ del Veneto, la montagna e il Basso Veneto.
“”Rispetto alla programmazione precedente – ha sintetizzato Manzato – il nuovo piano dispone di una dotazione finanziaria maggiore e concentra gli obiettivi strategici, riducendo le misure finanziabili da 132 a 44. Si tratta di una scelta strategica per concentrare le risorse a vantaggio della competitività delle imprese, l’aggregazione e l’innovazione: il nuovo Psr non consentirà più interventi a pioggia e concentrerà le risorse sulle imprese, destinando circa 800 milioni al sostegno dell’imprenditoria privata. Il piano contiene, inoltre, un meccanismi di valutazione dei risultati nel corso del piano di finanziamento: il 6 per cento dei fondi, infatti, sarà erogato solo post verifica, nel 2018, dei risultati conseguiti”. In premessa l’assessore ha anche avvertito che “questo Psr potrà essere l’ultimo con questo tipo di dotazione finanziaria: dopo il 2020 probabilmente la quota del bilancio comunitario destinata al settore primario sarà destinata a ridursi”. “Abbiamo il dovere di valorizzare al massimo queste risorse, consapevoli che in futuro sarà più difficile reperire risorse pubbliche per il primario”, ha avvertito Manzato. Il Psr, frutto di un ampio percorso partecipativo durato due anni e che ha coinvolto tutti i soggetti del settore, dalla settimana prossima sarà oggetto di consultazioni e di un intenso lavoro istruttorio da parte delle commissioni competenti, in modo da poter approdare in aula – come concordato tra i capigruppo nella conferenza organizzativa dei lavori consiliari – nella prossima seduta dell’ 8, 9 a 10 luglio.